Il senso dell’ambiguità in CCFS

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Come abbiamo ascoltato recentemente e letto, il tema dell’ambiguità nel lavoro di Candy Candy Final Story ha un ruolo “protagonista”. Nel manga e nell’anime in realtà ci sono dei misteri intorno a tre dei principali personaggi (William A. Ardlay). Un finale sospeso in attesa di essere sviluppato, ma nulla a mio parere di ambiguo. Diversamente da CCFS, in cui i misteri sul personaggio di Albert confluiscono invece nella dimensione ambigua per un preciso motivo, anzi io credo per più di un motivo che proverò ad analizzare.

Per ciò che concerne CCFS il significato appropriato e unico della parola ambiguità è: “Condizione implicante la possibilità di una duplice interpretazione.” Anohito appunto.

Ma l’ambiguità in uno scritto, è  qualcosa di così estraneo agli scrittori? Io direi proprio di no, è una modalità molto utilizzata e che tiene spesso incollati i  lettori al libro. Ciò che per me conta è che si riveli poi un testo credibile nel suo insieme, che non sia solo un escamotage fine a se stesso, cosa che non credo assolutamente sia il caso di CCFS.

L’ambiguità in CCFS non è dovuta unicamente al non voler scontentare un gruppo di fan, per me è dovuta anche a causa dei problemi legali intercorsi con la mangaka Yumiko Igarashi.

In base alle interviste ufficiali e ufficiose, possiamo arricchire il contesto in cui nasce e si sviluppa CCFS; intanto va ribadito che la Nagita nella precedente intervista nel 2010 per il lancio del romanzo in Giappone, aveva spiegato che lei deteneva legalmente la maternità del manoscritto originale e che sarebbe stato possibile per lei scrivere un sequel. Ma ci racconta anche che probabilmente proprio a causa dei problemi legali con la Igarashi, non avrebbe trovato un editore disponibile. Nell’intervista effettuata da Bulle Shôjo, la Nagita spiega perché inizialmente questo sequel non lo scrisse ovvero perché sarebbe stata la storia di una Candy oramai adulta. E non è un caso che ci abbia detto che CCFS lo ha scritto per un pubblico di adulti. CCFS è il massimo del “sequel” che poteva scrivere, cioè mantenere intatta la storia originale del manga aggiungendo però un finale definito in cui Candy adulta è sposata con l’uomo che ama, di cui non conosciamo la storia in maniera approfondita né la loro storia d’amore. Il manga come è noto si ferma un attimo prima che vengano dichiarati reciprocamente i sentimenti tra Albert e Candy. In CCFS invece grazie alla corrispondenza dell’epilogo, l’amore tra loro avanza, sta sbocciando ed è totalmente proiettato verso il futuro. Non ha a che vedere con una relazione di tipo familiare o parenterale.
Trovo quindi due grandi limiti per la Nagita nello scrivere il suo sequel, quello legale, il timore suo e degli editori che si possa sfociare in una nuova causa e il doversi quindi muovere all’interno di ciò che era già conosciuto, con tanto ogni volta di ringraziamenti alla Igarashi per aver creato i meravigliosi disegni. Per questo anche credo che la Nagita si sia sbilanciata dicendo che in futuro potrebbe raccontare ancora di questi suoi personaggi eventualmente pubblicando le storie solo in rete, quindi sotto sua diretta responsabilità ma aggiunge “sono anziana”, non desidera ovviamenti altri problemi legali… visto il dolore già subìto in passato.

Pubblico parti di alcune interviste prese anni fa da un sito oramai non più disponibile (cottoncandy) per comprendere lo stato d’animo della nostra amata autrice di allora:

MESSAGGIO DI KYOKO MIZUKI AI FANS D’OLTREMARE DEL 28 APRILE 2002

A Tutti voi fans d’oltreoceano,
Prima di tutto devo fare le mie sentite scuse dal profondo del mio cuore a tutti i fans di Candy Candy in quanto l’apprendere di tutte le vicende processuali di Candy vi ha delusi e amareggiati. Vorrei tanto che sapeste quanto vorrei che poteste godere appieno dell’opera di Candy e quanto addolorata mi senta a questo pensiero.
Oggi vi parlerò sinceramente e schiettamente dei miei sentimenti.
Mi dispiace per ciò che sto per dirvi, perché può essere molto triste per voi. Tuttavia ho riflettuto su quello che ho passato e su ciò che ha reso le cose così ambigue.
E naturale per voi, persone di buon senso, ritenere che i prodotti ufficiale di Candy, quali l’anime e il manga, possano tornare sul mercato solo dopo il giudizio della Corte Suprema. Diavolo, pensateci seriamente, non ha assolutamente senso disputare presso la più alta Corte se la persona che aveva scritto la storia 25 anni fa ha o non ha i diritti d’autore, nonostante che la casa editrice mi abbia trattata come autrice negli ultimi 25 anni.
E’ difficile per la maggior parte di voi capire che è possibile disputare perfino se Mizuki sia l’autore o no, cosa che dovrebbe essere senza bisogno di dirlo.
Questo vi dimostra come la faccenda sia già corrotta fino alla radice.
Come già sapete, la Igarashi ha rotto il contratto con la Mizuki.
Se la violazione del contratto fosse l’unico problema, sarebbe possibile per me ricontrattare includendo penali per lei non appena lei ammettesse il suo torto.
Ma, peggio che mai, Igarashi mi rinnega apertamente come autore, chiamata a testimoniare dichiara e insiste “Io ho disegnato Candy Candy basandomi sulla storia che ho scritto io, e quella di Mizuki non è l’originale”.
Continuo a rivivere l’incubo di questa scena, incessantemente.
Sono spiacente che l’opera di Candy Candy non possa più rivivere, dopo la testimonianza della Igarashi.
Ho sempre considerato Candy Candy come un’opera la cui sceneggiatura e i cui disegni siano inseparabili, proprio come stabilito dalla sentenza della Corte. Se lei avesse considerazione di quest’opera, come l’ho sempre avuta io, ci rispetteremmo l’un l’altra, come io ho sempre cercato di fare. Ma lei ha completamente distrutto il nostro rapporto con le sue stesse mani. E anche dopo il giudizio della Corte Suprema non ha mai cambiato atteggiamento. Questo significa che anche l’opera di Candy Candy è distrutta. Questo è il fulcro della faccenda.
Le ragioni per cui TOEI, KODANSHA, e tutte el altre edizioni non possono che rifiutare Candy Candy, nonostante sia pur sempre un’opera di valore, sono dovute al proliferare della merce illegale in tutto il mondo, e alla sua provenienza, cosa di cui ho parlato più volte.
L’opera, una volta privata della relazione tra autrice e illustratrice, non può più esistere sul mercato. Se ci fosse, potrebbe causare nuovi problemi.
Lo scopo principale di una casa editrice è di fare profitti, si sa. Ma una buona compagnia dove lavorano autentici esseri umani deve avere anche un alto senso morale.
La situazione non si può cambiare senza un accomodamento con lei in una questione che la Igarashi stessa ha tirannizzato ad oltranza.
Vedo la mia storia di Candy Candy quasi come un tentato furto fallito da parte sua, e la merce illegale con l’anima di Candy è un furtarello di poco conto per me. Dipende da voi se comprala o no, dipende dal vostro modo di pensare.
Il 26 Maggio saranno giusto 6 anni dall’inizio di questa storia. Durante tutto questo periodo i miei sentimenti sono cambiati molte volte. I primi due anni ce la mettevo tutta per tenere viva l’opera. Tuttavia ora rifiuto di vedere il viso di Candy che una volta amavo, non posso guardarla direttamente perché ciò mi causa troppo stress.
Le persone accanto a me, i miei familiari e amici sempre mi sollecitano a lasciarmi Candy alle spalle. Dicono che mi accorcerà la vita. Si preoccupano molto di me. Forse hanno ragione.
Per molto tempo ho pensato che il testo e le illustrazioni di Candy fossero inseparabili, ma ora è come se la storia mi fosse stata restituita. Questo mi fa sentire un po’ meglio.
Mi dispiace per i fans di Candy Candy. Davvero mi scuso con loro per quanto è accaduto. Quando penso a quanto voi fans d’oltreoceano amate quest’opera, soffro ancora di più. Non posso dire altro.
Spero che Candy sia ancora accanto a voi, e che nel vostro cuore continuiate ad amarla.
Odio usare la parola SPARIRE. Preferirei dire a tutti voi ARRIVEDERCI o MAGARI IN FUTURO…
La mia intenzione era di tenere il guestbook per i fans d’oltreoceano aperto più a lungo degli altri, ma ora ho deciso di chiuderlo alla fine di maggio come gli altri due per i fans giapponesi.
Mi spiace davvero
Kyoko Mizuki

17 gennaio 2006 Kyoko Mizuki

A tutto il mondo.
Il testo di seguito è stato inviato ai media, a proposito del “problema di Candy” di due anni fa.
Voglio scusarmi per aver fatto cadere questo problema prima che vi inquietiate troppo.
Se ne parlavo, tutto diventava improvvisamente un’accusa, o una lamentela, speravo invece che tutto passasse naturalmente…
Ma la signora Igarashi non è d’accordo con il risultato (la sentenza), sono passati quattro anni, e lei non smette di accusarmi. ogni volta che la sento, mi sento come se mi si versasse dell’acqua bollente nelle orecchie.
Quando penso ai lettori che mi adorano e non dimenticano mai “Candy Candy”, mi sento molto male, non so come fare, in quanto autore… (e questa situazione persiste…) Per tranquillizzarmi, bisogna che mi allontani da questo manga, questo disegno che mi dà così tanta pena il solo guardarlo.

Per tutti i lettori, sono veramente desolata….

In quel periodo la Nagita, una volta recuperato il giusto stato d’animo verso la sua storia, accarezzava l’idea di scrivere una nuova storia collegata al mondo conosciuto di Candy Candy, ma già allora specificò che mai avrebbe scritto il sequel. Scrive:

Toei Animation mi ha dato un suggerimento e l’idea di una “New Candy Story” è apparsa.
Questo per dire che mi hanno chiesto se fosse possibile riflettere su una “New Candy”
Story “senza usare la vecchia (originale) Candy che Igarashi aveva disegnato.
Tuttavia il loro suggerimento tendeva ad essere molto modesto (aveva poco peso), perché sapevano tutto dipendeva da me. Ciò significa che potrei dire addio ai disegni di Candy
di Igarashi completamente. Sembravano pensare che avrei potuto iniziare a
scrivere un  “sequel”, solo dopo aver detto addio a quei disegni senza alcun rimpianto.
Ho risposto loro “Non scriverò nessun sequel di Candy“.
Oh, sì … ero davvero affezionata al nostro lavoro, Candy Candy in ogni caso l’avevamo creata insieme io e Igarashi.
Vedo ancora Candice White Ardlay come la ragazza che è stata disegnata da
Igarashi, specialmente per il manga.
Candy che è stata amata da molti fan è nata dai disegni della Igarashi.
Se il sequel di Candy fosse stato pubblicato con nuovi disegni da qualcun altro, sarebbe stato difficile da far accettare a tutti quei fan così devoti.
Avendo rispetto per i sentimenti dei fan, ho deciso di restare fedele alla Candy
disegnata da Igarashi, non importa cosa sia successo.
Quindi “È impossibile scrivere il sequel di Candy per me, ma posso scrivere un nuovo
storia di Candy basata sulla storia del mondo di Candy originale”, ho risposto.
Cosa intendo con una nuova storia di Candy …
“Un nuovo personaggio principale” potrebbe essere la premessa del nuovo lavoro (ordito) “Candice White Ardlay” potrebbe essere la trama. Li tesserò in una nuova storia.
Qualsiasi  lettore, non solo i vecchi fan che leggevano originariamente Candy
Candy, ma anche i nuovi fan che non l’hanno mai letto, apprezzeranno questa storia.

[…]

Ora spero di pubblicare la storia con lo stile di un romanzo.
Se il lavoro si rivelerà ottimo, la storia potrebbe trasformarsi in qualcos’altro.
Igarashi potrebbe interferire nella nuova storia di Candy.
La maggior parte delle case editrici non vogliono avere problemi con questo e
potrebbero rifiutarsi di pubblicare il mio romanzo. Per me non è un problema scrivere la nuovo la storia di Candy rispettando la sentenza, penso.
Tuttavia, penso anche che tutto dipenda dalla nuova storia di Candy che sto per scrivere, se sarà ottima o meno.
Vorrei poter lavorare con un’azienda e un editore che hanno grinta. Questa situazione ha dato un grande dolore a molti fan di Candy. Scrivere una nuova storia di Candy fa ammenda per il passato …?
Non lo capisco ancora.

È chiaro che qualsiasi nuovo lavoro della Nagita sarebbe stato condizionato dall’eventuale reazione della signora Igarashi… Tant’è che poi non è uscita alcuna nuova storia come inizialmente auspicava e dalla postfazione di CCFS sappiamo che dopo l’annuncio nel 2007 da parte della Igarashi di una nuova storia di Candy, Nagita decide finalmente di riprendere in mano il progetto di una riedizione della sua storia, non ha avuto più remore… La sua riflessione sembra sia stata, come poter dare un finale delineato, esprimere le sue emozioni completamente, senza aver potuto scrivere prima tutte le storie di questi suoi storici personaggi, soprattutto la storia d’amore tra Albert e Candy, il vero sequel mancante? Come, aggiungo io, rimanere fedele alla storia originale affinché la Igarashi non potesse avvalersi su qualcosa?

Scrive la Nagita nel 2010 prima della pubblicazione di CCFS: Ci sono molte ragioni per cui la fine della storia resta vaga. Uno di questi è che non ho scritto una storia dettagliata tra Candy e il suo “sweetheart” (cioè una storia dettagliata con anohito). Se la scrivessi, non sarebbe una storia rivista, ma un sequel. Ho la proprietà legale della storia, quindi posso scrivere liberamente un sequel. Ma il punto originale è il manga, non importa quello che qualcuno dice. Ho scritto questa storia per il manga.  Se questo lavoro non fosse stato valutato per il manga, non sarebbe mai esistito ora. In questo senso, il risultato “ambiguo” è il mio miglior “sequel”.

Quel non importa quello che qualcuno dice credo sia proprio riferito alla Igarashi, che chissà, forse ha fatto sentire la sua voce in merito all’uscita di Final Story appigliandosi al fatto che fosse un “nuovo” lavoro ecc. La signora Nagita ha riscritto esattamente la sua storia come era stata già pubblicata in passato, legalmente è al sicuro, non ha potuto scrivere nulla di davvero nuovo per non vedersi attaccare nuovamente. E in questo contesto ha potuto non deludere i sogni di alcune fan, lasciando aperta la porta ad una doppia interpretazione su chi fosse anohito e lasciando come eredità finale che i suoi personaggi sono “tutti felici”. Per me come già detto, all’interno di tutto ciò è sempre mancata una volontà di creare “un nuovo finale con Terry”. Non c’entra assolutamente nulla con le motivazioni che la Nagita ci ha raccontato in diverse occcasioni e per cui la storia è stata ripresentata come un romanzo.

Trovo poi particolarmente belle le sue parole a Parigi  sul manga ed il fatto che non si aspettasse Albert fosse arrivato così tanto alle fan in veste ovviamente romantica con Candy. Albert che la fa così emozionare. È ciò che lei riscrive e rinforza proprio in CCFS con la loro romantica e intensa corrispondenza.

L’utilizzo dell’ambiguità dunque anche per “rispondere” ai fandom, pro Terry e pro Albert. Tutti i fans hanno contribuito al suo grande successo e Nagita Sensei conosce il valore dell’educazione molto cara alla sua cultura. L’ambiguità  è uno scudo per proteggere la fantasia dei suoi fan dovuto al non sviluppo della storia e anche e forse soprattutto nei confronti della signora Igarashi.

Ma quanto si presta una narrazione ambigua ad un romanzo? La lingua giapponese più di ogni altra può enfatizzare uno stile di scrittura incentrato sull’ambiguità: esprimersi in modo indiretto è ciò che ci si aspetta nella società giapponese. Un estratto di un interessante articolo in merito:

“Ma se in Occidente l’ambiguità, in particolare l’ambiguità in una comunicazione, è un comportamento indesiderato, in Giappone invece viene valorizzata per i suoi aspetti positivi. L’ambiguità, infatti, permette di evitare espressioni nette della propria opinione che potrebbero incrinare l’armonia tra gli interlocutori; l’ambiguità, inoltre, permette di rafforzare il senso di appartenenza distinguendo, anche nella pratica linguistica, tra chi fa parte del mio gruppo (chi è uchi cioè dentro) e chi non fa parte del mio gruppo (chi è soto cioè fuori).
Così, normalmente un giapponese declinerà un’offerta ricorrendo non ad un “no” netto ma ad espressioni interlocutorie; se si troverà in disaccordo con quello che dice un altro non contrapporrà con forza la sua opinione ma userà espressioni sfumate oppure sceglierà il silenzio; a domande del tipo “Come stai?” risponderà sempre “Sto bene” o al massimo “Non c’è male” e questo non per non rivelare i fatti propri ma per non mettere in imbarazzo l’interlocutore con i propri guai personali; allo stesso modo alla domanda “Come è andato l’esame?” non risponderà “Molto bene” oppure “Male” ma ricorrerà alla formula “Così così; non c’è male”.
La scelta del silenzio (chinmoku) obbedisce sia all’esigenza di evitare contrasti nel gruppo di appartenenza sia al bisogno di mantenere la distanza dall’interlocutore senza aggiungere altri segni di ostilità. Si sperimenta qui la contrapposizione tra l’espressione esteriore di un giapponese che sarà generalmente amichevole e l’espressione del proprio pensiero reale che avviene solo per via indiretta: a tal proposito si parla di arte del ventre cioè della capacità di comunicare fisicamente senza parole“.

Insomma un modo di fare che manda “ai pazzi” noi occidentali e ne sono pieni i forum di critiche e “guerre” tra opinioni differenti sul romanzo no?
Invece basterebbero un po’ più di immedesimazione ed empatia per questa autrice…

Keiko Nagita per sostenere questa ambiguità nel suo romanzo, il mistero su chi sia anohito, utilizza quella che viene chiamata “ambiguità semantica”.
Per ambiguità semantiche si intende il fatto che una stessa parola possa avere una serie di possibili significati, generalmente quelli elencati nel vocabolario. Altri significati, prevalentemente connotativi, cioè secondari che però sono riconducibili al contesto, in cui avviene l’enunciazione (l’insieme degli elementi strettamente linguistici che compongono un testo). Per contesto si intendono significati presenti o sottintesi.  In questo caso il termine contesto è sinonimo della parola situazione, in quanto potrebbe riferirsi a qualsiasi fattore extralinguistico, tra cui sociale, ambientale e psicologico che influisce enormemente sull’interpretazione dei significati del testo. Il “contesto verbale” in contrapposizione al “contesto situazionale” (appunto la caratteristica psicologica e ambientale, le circostanze in cui si colloca il testo stesso) e verbale in cui una data parola è collegata.
Il contesto è costituito da elementi psicologici (le emozioni della sua autrice ad esempio), storici e culturali che condizionano la produzione (autrice) e la ricezione (lettori) di un testo. CCFS è pieno di significati sottintesi, necessita di una collocazione ambientale e psicologica che necessariamente va oltre l’enunciato, ma di cui la Nagita per me ci fornisce tutti gli strumenti, a partire dai suoi saggi, sino ad arrivare alle sue interviste, sia nel romanzo, che nel manga. L’ambiguità  nel significato di molte parole utilizzate la possiamo vedere per la descrizione e scoperta del quadro di Slim, lo vediamo nello studio della Villa in cui vivono, nell’utilizzo a volte del tempo presente e passato con Albert, nella stessa lettera di Terry, nella cronologia imperfetta, nella corrispondenza finale o nel filo invisibile che unisce i due protagonisti, il Principe della Collina e Candy. La troviamo per i narcisi, Shakespeare, per l’Avon, ovviamente nel rientro di anohito. Per questo il romanzo si presta bene a diverse “interpretazioni”, è cosa voluta, ma ciò che io considero veritiere sono le emozioni della sua autrice, il suo “contesto”, il vissuto della Nagita e delle sue esperienze culturali, sociali e ambientali, oltre che psicologiche, di cui si compone il romanzo.

Credits:

Estratto sull’ambiguità

© 水木杏子 いがらしゆみこ 東映動画
(© Mizuki Kyoko, Igarashi Yumiko, TOEI Animation) Testi di CCFS di Keiko Nagita. Traduzione italiana ad opera di Kappalab.

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