Per gentile concessione di Rosdiana sono felice di pubblicare nel blog il suo bellissimo disegno!
Con un po’ di ritardo ma sempre in estate, parliamo di due leggende della tradizione giapponese probabilmente connesse alla storia di Candy Candy…
Volenti o nolenti, dall’anime al romanzo CCFS sono presenti dei riferimenti alla predestinazione tra il Principe della Collina, Albert, e Candy. Come è stato verificato in precedenti articoli I tre amori di Candy, tra Terence e Candy manca una dimensione romantica ambientata nella natura, inteso come scenografia. La potenza delle loro emozioni, normalmente drammatiche, sono sempre accompagnate dal freddo, da un cielo senza luna e senza stelle, dal buio, da un bosco grigio e non invitante. I loro momenti spensierati invece, le loro risate, sono ambientati in contesti comuni e condivisi, come ad esempio in Scozia, dove la loro armonia tocca il culmine. Ma anche conoscendo le loro emozioni, non saranno mai dichiarate direttamente uno all’altra.
Non leggeremo mai Terence scriverle che vuole renderla felice sopra ogni cosa, non leggeremo mai una Candy che firmi una sua lettera a lui con “con amore”. Non si raggiungerà la profondità necessaria a farli diventare realmente una coppia. Non ci sono simboli tra loro che possano raccontarci di un destino insieme, anzi, tutti gli eventi narrati portano alla loro separazione poi diventata definitiva.
Diversa è invece la narrazione del legame di Candy con il principe prima, con Albert poi e con William A. Ardlay. Nel manga sono possibili riconoscere delle tavole che potrebbero essere ispirate alla leggenda del Tanabata.
Il 7 luglio per il Giappone è il ricordo di una leggenda che racconta di un amore eterno: in questo giorno si festeggia il Tanabata Matsuri o Festa delle Stelle Innamorate.
L’origine di questa festa viene dal cielo stellato e risale ad almeno 2000 anni fa.
Nel cielo estivo, nel nostro emisfero, sono presenti due stelle molto luminose a cui si ispira questa leggenda, ovvero Altair (che oltretutto fa parte della costellazione dell’aquila) che rappresenta l’innamorato e Vega che rappresenta l’innamorata, poi divenuti marito e moglie. Il fiume celeste che separa i due innamorati nella leggenda, è la via Lattea (Milky way) quella fascia lattiginosa piena di stelle che vediamo in un cielo limpido e lontano dalle città… È la nostra galassia. La leggenda prevede dunque che il 7 luglio delle gazze ladre spicchino il volo per formare un ponte sul fiume celestiale e permettere ai due innamorati, di rincontrarsi. Per maggiori informazioni potete leggere questa pagina, ma in rete ci sono molte notizie in merito: La leggenda del Tanabata
Qual è dunque il Triangolo estivo? Di seguito un paio di immagini esplicative:
Come possiamo vedere nella prima immagine è chiara la Via Lattea. I puntini rossastri rappresentano il triangolo estivo e a destra viene mostrato il particolare. Di seguito le tavole disegnate da Igarashi:
In questa intensa tavola, sembra essere presente sia la Via Lattea, chiarissima nella notte stellata, che il triangolo estivo, tutto questo sovrasta Candy e Albert. Nell’immagine a fianco vi mostro il dettaglio di quello che può apparire come un riferimento al fiume celeste, loro sono in prossimità di un lago, Albert se n’era andato ma è malato (ha perso la memoria), Candy fa di tutto affinché resti con lei. È molto bello il disegno, perché Albert capisce quanto Candy tenga a lui, ha fiducia nelle sue parole che gli raccontano di essere una brava persona, di cui ci si può fidare, che fa del bene e che sicuramente guarirà. Candy vuole pendersi cura di lui, perché lui si è preso cura di lei e questo ha creato tra loro un legame indissolubile. Albert la ringrazia, occhi negli occhi con sullo sfondo un romantico specchio d’acqua dalle fattezze appunto, del fiume celeste.
Il disegno della Igarashi non si limita a inserire i due protagonisti sotto un romantico cielo stellato; voi notate il triangolo estivo? Una immagine di questo tipo può significare predestinazione, amore e difficoltà da superare. Disegnare Albert e Candy in questo contesto è una predizione futura, per un amore molto importante, il più importante, quello del destino come anche detto dalla stessa Nagita sensei. Non credo che chi è giapponese possa disegnare dei riferimenti a leggende e tradizioni importanti in quella cultura, rendendo questi significati banali o ridicolizzarli. Hanno un significato molto importante e trovo questa leggenda molto bella anche se un po’ triste.
Ma tra Candy e Albert c’è anche un altro riferimento ad una “predestinazione” è visibile in questa tavola che è antecedente all’altra:
Candy scrive al prozio William suo tutore, e la particolarità sta nel fatto che la sua penna sembri scrivere sulla via Lattea con il suo cielo stellato. Sempre sottolineando un legame tra loro potente ma ancora non conosciuto, Candy ha appena lasciato il college e nella tavola intera leggiamo che gli scrive dei suoi amici, con l’indiscussa centralità nel disegno di Albert.
Ma questa “spennellata” che potrebbe riferirsi alla Via Lattea non la troviamo solo per Candy e Albert, ma anche per Terence e Susanna!
Terence e Susanna come poi leggiamo nel romanzo, erano di fatto predestinati ad un legame importante.
E per il filo rosso del destino? In CCFS, e per quel che io penso sostituisce come simbolo di predestinazione il Tanabata del manga, ci sono diversi riferimenti a questo filo che più di tutti unisce Albert e Candy, e che sembra proprio non spezzarsi e resistere a ogni disavventura. Al contrario di Terence e Candy, nel racconto il destino riunisce sempre Candy e Albert.
Una leggenda giapponese racconta di un vecchio che vive sulla luna e che esce ogni notte a cercare tra gli spiriti quelli da riunire sulla Terra, quelli che hanno qualcosa da imparare gli uni dagli altri, e quando li trova si lega un filo rosso al mignolo così da poter trovare il loro percorso. Quindi, i nostri fili rossi finiscono in qualcun altro. Accettare questo, o almeno considerarlo, è una consolazione segreta: è come se i nostri passi – a volte testardi – conoscessero la rotta e la geografia delle nostre molteplici destinazioni amorose, e quindi in questo senso, non esistono “scivoloni” o decisioni sbagliate.
Per la tradizione giapponese, ma il concetto di filo rosso è presente anche in occidente, le relazioni umane quindi sono predestinate grazie ad una stringa rossa che gli dei legano ai mignoli di coloro che poi nella vita si incontreranno per restare insieme per sempre. La leggenda vuole che le due persone collegate da questo filo abbiano una storia importante, indipendentemente dal tempo, dal luogo o dalle circostanze. Il filo rosso potrebbe essere aggrovigliato, contratto o allungato, come sicuramente accade spesso, ma non può mai rompersi.
Non sono descrizioni che ci raccontano parecchio delle vicissitudini di Candy e di tutti i suoi amici? Da CCFS:
Una volta Miss Pony le aveva detto: “Questo mondo è solcato da fili infiniti, e finché non si spezzano non puoi sapere in quale punto esatto ti attendono la gioia o il dolore. Per questo, Candy, non devi mai perdere la speranza”.
Pag 124 vol I
“Quando aveva scorto in riva al lago la figura di spalle della giovane, non si era sorpreso; in cuor suo sentiva che, se si fosse recato lì, l’avrebbe incontrata. Era convinto che ci fosse un filo invisibile a unirli.
Questa frase appartiene ad Anthony ma come leggiamo più avanti, Nagita scrive pag 161 I vol:
come se un filo sottile li collegasse e li portasse l’uno all’altra. Quello era un momento solo loro. Avvolti dal dolce profumo delle rose, Candy si prendeva cura dei fiori assieme ad Anthony e spesso si sentiva ancora all’interno di un sogno.
Quel filo tra loro era sottile, si spezzerà.
pag 147 II vol Candy pensa ad Albert:
La sola sua presenza bastava inspiegabilmente a tranquillizzarmi. Ora riesco a comprendere il significato di quel legame invisibile che ci univa.
Le parole di Albert nell’epilogo sull’incontro a Londra:
“Il fatto che ci siamo incontrati così per caso, però, mi fa pensare a quel filo misterioso che ci unisce e di cui mi parli sempre.”
Ed in merito al fato che ha provocato la separazione da Terry e Stair Candy specifica:
” non sia stata tutta opera del fato: io voglio credere che tutte le strade che abbiamo preso siano state frutto di una scelta”
Terry ha scelto Susanna, Stair ha scelto di arruolarsi. Cambia quindi anche questo concetto, non tutto ciò che accade nella vita è opera del fato, in questo caso di una scelta che Candy e Terry hanno poi comunque rispettato proseguendo con il loro cammino separatamente e trovando la loro strada, la loro passione nel lavoro, il loro amore. lo stesso destino che la porta verso Albert è una scelta, nel momento in cui lei gli riconsegna il diario e tiene con sé la spilla del Principe della Collina.
Ma qual è esattamente il significato del filo rosso del destino? Tempo fa ho trovato un articolo che considero tra i migliori che abbia letto, purtroppo non è più raggiungibile al suo indirizzo originale: www.faena.com/aleph/articles/the-le…tring-of-japan/
“Secondo questo mito, il mignolo di ognuno è legato a un filo rosso invisibile che lo condurrà verso l’altra persona con la quale condividerà la storia della sua vita”.
Questa leggenda, molto più affascinante di quella delle anime gemelle, nasce quando si scopre che l’arteria ulnare collega il cuore con il mignolo (che è lo stesso motivo per cui in molte culture le promesse sono fatte da due persone che incrociano i loro mignoli). La sottile vena che scorre dal cuore alla mano, si estende attraverso il mondo invisibile, per terminare il suo corso nel cuore di qualcun’ altro. Ma a differenza di altre credenze sull’amore, quella giapponese non si limita alle coppie o a una singola persona che si è destinati a trovare. Parla di un tipo di ramificazione arteriosa che emerge da un dito verso tutti quelli con cui faremo la nostra storia e tutti quelli che aiuteremo in un modo o nell’altro.
E questo significato del filo rosso del destino rappresenta perfettamente la storia di Candy Candy che ci racconta Nagita sensei, infatti scrive vol II pag 113:
Sì… Sono tutte persone che ho trovato lungo la mia strada dopo aver lasciato l’Istituto Saint Paul. Gli incontri sono come i rami di un grande albero: un incontro può dare vita a ulteriori incontri, proprio come un ramo dà vita ad altri rami, e poi ancora ad altri.
L’albero è una rappresentazione che può tranquillamente sovrapporsi alla metafora della ramificazione arteriosa per il filo rosso del destino. Per l’immaginazione ontologica, il mito del filo rosso è un modo per capire il nostro itinerario di incontri, come fossero una trama predeterminata in cui le relazioni delle coppie, le relazioni con altri, alcuni che sfioriamo appena, tutte le piccole storie che incrociamo con gli altri non sono né trionfi casuali né incidenti, ma parte di un arazzo scarlatto i cui fili ci sono stati dati quando siamo nati, ma che noi stessi lavoriamo e tessiamo.
II vol pag 113 Candy dice:
Questo mondo è davvero percorso e unito da fili scintillanti.
Candy si riferisce qui all’incontro con Susie e la famiglia Carlson che l’aiuterà a tornare in America. Susie quando si ammalerà, farà scoprire a Candy che desidera diventare infermiera, e a sua volta Susie diventerà infermiera e si intuisce che Candy abbia potuto insegnarle molto. Perché Candy pensa a questo incontro come ad un incontro del destino? Perché lo associa ai fili invisibili che ci uniscono a determinate persone? Perché se Candy non avesse in quel momento preso la decisione di diventare infermiera, certo non avrebbe potuto trovare Albert, curarlo, vivere con lui e trasformare il loro rapporto in un rapporto ben più profondo di una amicizia.
Tutte le culture hanno riflettuto su ciò che potesse governare il percorso individuale di ogni persona, e tra loro molti hanno concepito un filo astronomico che predice i loro percorsi. È logico pensare che se la vita è concepita come un grande testo (dalla parola textus in latino: trama, tessuto, maglia) allora sta a noi usare i giusti strumenti per intessere, intrecciare e dunque connettere più fili, più vite nella propria storia (testo) personale. “Perdere il filo” ad esempio è un’espressione universale per riferirsi alla deviazione dal proprio percorso esistenziale.
Così, la leggenda del filo rosso ci dice che all’interno del labirinto di incontri e storie condivise c’è un percorso predeterminato e perfetto, un filo invisibile che, come quello di Arianna, ci connette con la nostra destinazione irrevocabile, condivisa da chi è all’altro capo del nostro filo e che ci conduce anche a scoprire noi stessi.
Candy possiamo dire non abbia mai perso il filo ma con grande compostezza e fiducia è sempre andata incontro al suo futuro trovando la sua felicità.
Per curiosità, la narrazione del filo rosso del destino è presente anche in due momenti memorabili nel cinema, che rendono omaggio all’estetica sottile e misteriosa di questa leggenda: il primo è il film Bambole di Takeshi Kitano e il secondo Sayonara, di Joshua Logan. In entrambi scopriamo alla fine che le coppie erano unite dal filo rosso del destino e che tutto ciò che era accaduto prima non era altro che la trama attraverso cui il percorso del filo avrebbe agito per riunirli definitivamente.
Il filo rosso tra l’altro è anche presente come tradizione giapponese durante alcune cerimonie per il matrimonio:
Musubi, the ceremonial tying of red yarn between both partners’ little fingers, signifies “the unseen power which creates new things” and is rooted in East Asian folklore, which holds that an ethereal red string of fate joins the little fingers of fated lovers from birth, In other words, two people do not simply meet, but rarather from their union, something wholly new is woven. (“Musubi” means “to tie together.”)
https://equalweddingjapan.jp/traditional_japanese_wedding_rites
“Journeys end in lovers’ meeting“, scrisse William Shakespeare. E anche in CCFS il viaggio finisce quando i due innamorati che leggiamo nell’epilogo, Albert (Principe della Collina) e Candy si riuniscono.
(© Mizuki Kyoko, Igarashi Yumiko, Casa Editrice – Shodensha ) Testi di CCFS di Keiko Nagita. Traduzione italiana ad opera di Kappalab.
Io ho visto Candy da bambina ma non ho letto nè il libro nè il manga. […]
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Ciao Amleta, grazie per aver scritto. Ci tengo a precisare che il blog nasce esclusivamente per il romanzo Candy Candy Final Story. Sono graditi i confronti sull’analisi del romanzo e mi vedo costretta a non pubblicare il tuo commento visto che non è pertinente. Keiko Nagita è l’autrice originale della storia di Candy Candy e l’anime, di cui tu parli nel tuo commento, è ispirato si alla storia ma di fatto è un prodotto della Toei che Nagita non ha nemmeno visto per intero. La stessa autrice di recente ha dichiarato che l’unico legame che sente con l’anime è la sigla finale da lei creata. Questo blog non è il luogo per dibattiti su opinioni che si basano su preferenze dell’infanzia per quanto lecite. Chi non ha amato la storia di Candy e Terence del cartone animato! Scrivi ragionamenti letti in altri forum, non dubito tu possa frequentarli, che poco si basano su una critica oggettiva del testo di CCFS che, infatti, affermi di non aver letto. Un saluto! October.
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Non frequento alvun forum e sinceramente è la prima volta che scrivo qualcosa su Candy, visto che non è un personaggio conosciuto dai giovani che seguono la cultura giapponese. Mi spiace che tu abbia pensato che avessi copiato. È dal 2007 che gestisco il mio blog e non ho bisogno di copiare opinioni altrui perchè sono una persone con idee molto precise. Non ho letto il manga, l’ho precisato, ma conosco bene l’anime. Comunque capisco bene che tu cerchi gebte esperta che commenti il tuo post. Ok. Buona fortuna 😉
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Ciao amleta, io non ho mica scritto o inteso tu abbia copiato. Il tuo pensiero è molto condiviso tra le fan di Terry. Che tu frequenti o meno il forum italiano di Candy Candy non so sinceramente. Il punto è che il messaggio di Nagita non è passivo, né di attesa né di ripieghi vari. Ognuno può preferire un finale, ma almeno rispettando il messaggio positivo e di crescita che l’autrice vuole trasmetterci che è molto chiaro. Ciao!
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